domenica 30 settembre 2012

Il Cantare del mio Cid: il più importante poema epico spagnolo.



Il poema del mio Cid  è il più importante poema epico spagnolo e, come  la Chanson de Roland, celebra la difesa della cristianità occidentale contro gli arabi invasori.
Ne è protagonista Rodrigo Diaz de Vivar, che è realmente vissuto e che è considerato un eroe nazionale per aver compiuto straordinarie imprese contro glia Arabi che occupavano la Spagna. Rodrigo Diaz conte di Bivar, meglio conosciuto con il nome di Cid  Campeador, nacque, intorno al 1040 d.C., a Bivar, un paesino vicino a Burgos nel regno di Castiglia. Proveniva da una famiglia della piccola nobiltà castigliana. Crebbe  alla corte del Re di Castiglia ed ebbe una buona educazione, come si addiceva ai figli della nobiltà. La leggenda vuole che al momento del suo battesimo un monaco gli regalasse il cavallo che poi lo accompagnò in tutte le sue avventure: il famoso Babieca.
Il nome El Cid Campeador gli venne attribuito più avanti. È composto da due parti: El Cid, nomignolo datogli dagli arabi e che significa "Il signore" in una lingua mista di spagnolo e arabo, Campeador, “il campione", invece, gli venne dato dagli spagnoli dopo le sue  vittorie. Questo soprannome, quindi, dimostra che il personaggio godeva del rispetto e dell'ammirazione sia tra gli spagnoli che tra gli arabi.
Come la Chanson de Roland è il poema della cristianità e delle gesta dei paladini in difesa della patria, questo è il poema della fedeltà assoluta al proprio re, che viene mantenuta nonostante le amarezze e le delusioni.
Il protagonista, Rodrigo Diaz de Bivar detto il Cid Campeador (signore del campo di battaglia), è un vassallo di re Alfonso VI di Castiglia che, all'età di quarant'anni circa, viene accusato ingiu­stamente di essersi appropriato di somme spettanti al re e viene esiliato dopo la confisca dei suoi beni. Il Cid incarna l'ideale del perfetto vassallo fedele e one­sto anche se umiliato. Messo al bando, compie imprese in nome del re, conquista castelli e territori e attira sempre nuovi seguaci. Si impadronisce della città di Valenza, creando un nuovo feudo cristiano, e a ogni nuova conquista invia doni al re chiedendone il perdono, che infine giunge. Il re stesso esorta Rodrigo Diaz a concedere la mano delle sue figlie a due principi eredi della grande casa feudale di Carriòn, che in realtà mirano soltanto alle ricchezze del Cid. Questi accontenta il re, anche se ritiene indegni i due futuri generi. Celebrato il matrimonio, i due infanti di Carriòn nel con­durre le spose nella propria terra le brutalizzano e le abbandona­no in un bosco, ritenendo disonorevole il matrimonio con le figlie di un esule. Ma il Cid si vendica chiedendo, di fronte all'assemblea dei grandi di Spagna, la restituzione del patri­monio consegnato ai generi. Il re concede giustizia e le figlie sposeranno in seguito i principi di Navarra e di Aragona e diventeranno regine.
Questa è la trama del poema. Le vicende sono storiche ma trasfigurate dalla fantasia popolare.
Anche di questo testo non si conosce con sicurezza l'autore; probabilmente si trattava di un cantore girovago vissuto nel XII secolo, cinquant’anni dopo la morte del Cid.
Tizona, la spada dell'eroe spagnolo è tuttora conservata a Madrid nel museo dell'esercito. Grande fama ha in Spagna anche il cavallo del Cid, Babieca, a cui sono stati dedicati monumenti e leggende.
Il Cantare del mio CId: il poema
Il poema del mio Cid è un poema epico formato da 3733 versi di un autore anonimo risalente al 1140, è considerato il primo documento letterario spagnolo perché scritto in antica lingua castigliana da cui deriva lo spagnolo moderno. Il manoscritto fu ritrovato soltanto alla fine del Settecento, privo delle prime pagine, recava la data del 1307 e il nome di Peter Abbat, un giullare o forse un copista.
Il poema narra fatti fondati sulla realtà storica, anche se ampiamente romanzati, e si compone di tre canzoni (cantares):la canzone dell’esilio (El cantar del destriero),la canzone delle nozze (El cantar de las bodas) e la canzone dell’oltraggio di Corpes (El cantar de la afrenta de corpes).
Nella prima parte Rodrigo Diaz (El Cid Campeador), vassallo del re, viene accusato da cortigiani maligni di essersi appropriato di una parte dei tributi dovuti dai mori ad Alfonso VI. Esiliato dal re,lascia la moglie Jimena e le figlie Elvira e Sol nel monastero di Gardena e vaga per la Spagna con un gruppo di amici fidati, compiendo imprese a danno dei mori fino alla riconquista di Valencia. Nella seconda parte le sue figlie vanno in spose agli infanti di Càrion, due uomini senza scrupoli, che, umiliati dal Cid durante una festa di corte, nella terza parte del poema, decidono di vendicarsi oltraggiando le loro spose e lasciandole in preda alle belve feroci. Le due donne vengono poi salvate da Felez Munoz nipote del Cid, il quale sfida i due infanti a duello e li uccide. Il poema si conclude con il Cid che riottiene le sue terre, mentre le figlie vanno in spose ad altri due infanti di più nobile carattere.
Il Cantare del mio CId: i temi fondamentali
Il Cantare del Cid celebra innanzi tutto le gesta eroiche dei combattenti della Reconquista.
Il poema permette, inoltre, di comprendere i valori morali, le virtù tipiche della società feudale di quel tempo come:
-         il senso dell’onore e della giustizia;
-         la fedeltà e la lealtà del cavaliere verso il proprio signore e il proprio sovrano;
-         la fede in Dio

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