Gli
Obiettivi di Sviluppo del Millennio sono 8 punti che i 191 paesi membri delle
Nazioni Unite si sono impegnati a realizzare entro il 2015, questi obbiettivi
sono:
Sradicare
la povertà estrema e la fame
Rendere
universale l'istruzione primaria
Promuovere
la parità dei sessi e l'autonomia delle donne
Ridurre la
mortalità infantile
Migliorare
la salute materna
Combattere
l'HIV/AIDS, la malaria ed altre malattie
Garantire
la sostenibilità ambientale
Sviluppare
un partenariato mondiale per lo sviluppo
Come ho
riportato spesso nei miei articoli, il SIPRI (Istituto di Ricerche per la Pace di Stoccolma) in uno
studio relativo all'anno 2008 stimò che con il solo 10% dei soldi destinati
alle spese militari si potevano, per quell'anno, realizzare tutti gli 8
Obbiettivi del Millennio. Molte persone percepiscono i grandi problemi del
nostro pianeta come fattori importanti ma lontani dalle loro vite, altri
subiscono un forte senso d'impotenza come se, nonostante ogni nostra buona
azione, non si potesse far niente di concreto per intaccarli poiché tutto è in
mano a volontà superiori. Eppure sono molte le iniziative da sostenere a favore
della riduzione delle spese militari o per un totale disarmo. In Sardegna c'è
un movimento che si batte per far conoscere quello che succede al Poligono
Sperimentale e di Addestramento Interforze. Il gruppo face book Via le armi da
Capo Teulada e Quirra chiede la sospensione della presenza militare e denuncia
gli allarmanti dati riguardo all'inquinamento ambientale, le malattie e le
morti di tumore. Molte sono le organizzazioni in Italia che si occupano di
povertà, sostenibilità ambientale, malattie e parità di genere. Parlare di
diritti umani è doveroso, non ha niente di astratto, è la vita, quella nostra
che non è separata da quella degli altri e dall'ambiente. Vivere con obbiettivi
che riguardano il miglioramento di tutti è di per sé un'azione che aumenta la
qualità della nostra stessa vita. Bartolomeo Vanzetti affermava: "lo
voglio un tetto per ogni famiglia, del pane per ogni bocca, educazione per ogni
cuore, luce per ogni ignoranza". Circa un secolo dopo, ai nostri giorni,
in Pakistan una ragazzina di 14 anni, Malala Yousafzai, dal suo blog chiede che
sia garantita l'istruzione per i bambini del suo paese, le sue parole sono:
"Dateci penne oppure i terroristi metteranno in mano alla nostra
generazione le anni". Malala è un’attivista per i diritti umani e si batte
in particolare per il diritto allo studio delle bambine, lei stessa è poco più
che una bambina. Malala è convinta che l'istruzione sia un diritto primario
fondamentale per la pace del suo paese. Questa ragazzina, proprio per le sue
affermazioni, è ritenuta pericolosissima dal regime talebano pakistano. Il 9
ottobre scorso è stata colpita alla testa da un cecchino ed è tuttora in
ospedale attaccata ad un respiratore. Ihsanullah Ihsan, portavoce dei talebani
pakistani, ha rivendicato l'attentato dicendo che la ragazza "è il simbolo
degli infedeli e delle oscenità'' e ha aggiunto che se Malala sopravvivesse
sarà in futuro oggetto di altri attentati. Un popolo istruito dove le normali
condizioni di vita sono garantite non ha certo ragione di vivere in guerra e
questo lo sanno bene i talebani come qualsiasi regime o nazione che ha come
scopo l'arricchimento personale tramite la vendita di anni e lo sfruttamento
delle materie prime. Siamo noi che votiamo, nella seppur contorta legge
elettorale del nostro paese, i nostri rappresentanti. Abbiamo il diritto di
sapere quali opinione i politici abbiano verso le spese militari, abbiamo ben
diritto di protestare, come ieri hanno fatto i ragazzi, contro i tagli
all'istruzione e contro le assurde spese del governo come quelle riguardo
l'acquisto di F35.
Malala
lotta in questo momento per la sua vita, questa ragazzina ha NATURALMENTE messo
a disposizione la sua esistenza per una grande causa. Pensando a questi momenti
mi viene in mente la canzone dei Nomadi "Ricordati di Chico" che
diceva "Non si uccide la vita, la memoria resta".
Malala ci
sta dando una grande lezione, una piccola giovanissima donna che si è alzata da
sola nella lotta contro chi ha anni e semina il terrore in quelle regioni e nel
resto del pianeta. Non possiamo, se vogliamo coltivare la nostra umanità,
essere indifferenti a questa ragazza come suggerisce Barbara Collevecchio da II
Fatto Quotidiano raccontate la sua storia ai vostri figli. Parliamo di lei,
facciamo circolare il più possibile la sua volontà perché, per quanto i
talebani siano forti e armati, la memoria è assolutamente più potente dei loro
mitra.
Sabrina
Ancarola 13 ottobre 2012
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