Si sviluppa in Toscana nella prima metà del trecento,
contemporaneamente al Dolce Stil Novo. È una poesia particolare, definita
giocosa e burlesca.
I temi cui si ispira la poesia comico-realistica,
nettamente contrapposta a quelli spirituali del Dolce Stil Novo, sono:
1.
l’amore inteso come attrazione fisica, ardente,
appassionato e sensuale;
2.
la donna come creatura terrena, non la donna
angelo degli stilnovisti;
3.
l’esaltazione del denaro, del gioco, del
bere, del divertimento e del piacere;
4.
l’aggressione verbale espressa in modo
satirico e spesso offensivo;
5.
il bisogno costante di denaro e il lamento
contro la povertà e i fastidi della vita.
Le caratteristiche comuni ai poeti che appartengono
a questa corrente non sono molte, quella più importante riguarda il tono e lo
stile: questi poeti rinnegano la lirica alta e tragica e trattano di argomenti
modesti, legati alle cose quotidiane e di conseguenza adoperano ( come voleva
il principio medioevale della congruenza tra tema e stile ) un lessico ed una
sintassi vicini a quelli della lingua parlata. È infatti poesia comica in
senso medioevale, una lirica mediocre sia negli argomenti che nei mezzi
espressivi. Questi poeti fanno precise scelte stilistiche, come l’uso
dell’ingiuria e il gusto per la parola forte e violenta, per l’aggressività
verbale. Ma questi poeti non erano per niente inferiori agli altri, avevano
semplicemente scelto di raccontare questi temi. I poeti comico-realistici sono espressione
di un mondo nuovo e in continua evoluzione, il mondo mercantile della nascente
società comunale toscana e la rispecchiano
rappresentandone la realtà quotidiana in tutti i suoi aspetti, persino quello
politico.
Cecco
Angiolieri nacque a
Siena intorno al 1260 e morì forse nel 1312, era di nobile famiglia. Fece una
vita molto scapestrata e fu una delle personalità più forti del primo trecento.
Cecco è un uomo colto che fa la
caricatura alla raffinata poesia stilnovista, nei suoi oltre 100 sonetti
celebra i piaceri della vita. Il suo linguaggio è acceso e quasi plebeo,
suscita meraviglia e poi magari si risolve in una battuta. La sua donna
Becchina è il contrario di Beatrice.
La poesia di Cecco è destinata all’ascolto ed è
scritta per fare colpo sull’ascoltatore. La poesia celebra:
la voglia di godersi la vita,
il desiderio di dominare il mondo,
il risentimento del poeta,
il gusto per la battuta,
la visione della donna come essere terreno e
desiderabile,
l’aggressività verbale.
La strofa finale è la battuta risolutiva per
dimostrare che il fine della poesia è solo comico: in una sola risata annulla
le minacce fatte. Il poeta mostra una rabbia nei confronti di tutto e di tutti
, la sua rabbia violenta è pronta a risolversi in una sghignazzata finale.
E’ un sonetto, rime: quartine incrociata (ABBA
ABBA) terzine alternata (CDC DCD).
Grazie mille mi è stato molto d'aiuto!
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